Le radici dell’orgogio

Le Radici Dell’Orgoglio – Cinquant’anni di storia del movimento LGBTQ+ in Italia” è un podcast online che in quattro stagioni racconta la storia della militanza e della comunità LGBTQ+ italiana dal 1971 ad oggi.

Giorgio Bozzo è un conduttore radiofonico, autore radiotelevisivo, regista e produttore teatrale, da 30 anni si occupa di ricerca della storia del movimento e della comunità LGBTQ+ in Italia.

Con la moderazione di Alberto Battarelli, fisico, attivista per i diritti delle persone lgbt+, fotografo, tra i fondatori di di Arcigay del trentino e fondatore dei sentinelli di Trento.

Presentazione.

C’è stato un tempo in cui gli omosessuali non esistevano.

Esistevano gli invertiti, i diversi, “quelli là”, i pederasti e tutta un’altra infinita serie di epiteti con cui identificarli, con molteplici coloriture regionali e sfumature crescenti in termini di volgarità e fastidio.

Spesso loro stessi non sapevano di esistere.

A differenza di oggi, non vi era alcuna “visibilità”, alcuna legittimazione sociale, alcun modello di riferimento a cui guardare e a cui ispirarsi nel corso della propria formazione adolescenziale…

Non deve stupire che per molti “diversi” un seppur piccolo conforto potesse arrivare dalla lettura di un romanzo intitolato “Il pozzo della solitudine”, che aveva un finale amaro, tutt’altro che un happy ending.

Chi era così pazzo da pensare che potesse esserci un finale felice?

Quando l’omosessualità faceva capolino sulla stampa veniva resa con perifrasi come “gli ambienti particolari”, “lo squallido mondo del vizio”, “il putrido fiore del peccato” – peraltro non di rado per raccontare, con malcelata compiacenza, la cronaca di un omicidio o di un suicidio.

Ancora nell’aprile del 1971, sulle pagine di un quotidiano nazionale, gli omosessuali non erano altro che “infelici che amano la propria immagine”.

Ma…

“Ma” è un avverbio che, quando viene utilizzato in una storia, determina un cambio di rotta, una discontinuità, talvolta un’evoluzione…

In quell’aprile del 1971 un’irritazione si trasformò in rabbia e un gruppo di “diversi” decise di diventare “omosessuali”.

Non erano loro ad essere sbagliati, ma il resto della società, che viveva secondo norme precostituite, senza alcuna capacità di vivere completamente i propri desideri, le proprie emozioni, le proprie pulsioni, tutte le sfumature del proprio essere.

Quando gli omosessuali fecero la loro comparsa nella società italiana non poterono che essere “rivoluzionari”.

E la storia di questi cinquanta anni di lotte ci racconta che non lo furono solo a beneficio di se stessi e delle loro ritrovate ed orgogliose esistenze, ma che lo furono per tutti, anche per coloro che sino ad allora li avevano oppressi.